Riprendiamo sul nostro sito un contributo preparato da suor Pina Ester De Prisco per il Sussidio del Centro Oratori Romani 2016/2017. I neretti sono nostri ed hanno l’unica finalità di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (29/11/2016)
Le prime luci dell’Avvento si accendono, riempiendo di attesa le nostre esistenze e Giuseppe si fa compagno di viaggio nel nostro indugiare dinanzi alla grotta di Betlemme, dove nascerà il Figlio di Dio.
Si fa sempre fatica a parlare di Giuseppe, perché nei vangeli si dice poco di lui, ma l’evangelista Matteo ne parla in ben due capitoli, e lo fa con la categoria dei sogni! I sogni, spesso, sono usati nella Scrittura per rivelare la volontà e la Parola di Dio.
Basti pensare alla figura anticotestamentaria del giovane Giuseppe, per comprendere che il tema del sogno non è avulso dalle pagine dell’Antico Testamento. Due sogni guidarono e condussero Giuseppe a diventare principe d’Egitto, passando attraverso un destino di sofferenza e tradimento, fino all’espropriazione dei suoi diritti di “figlio e fratello” (Gen 37,5-10). Sogni, dunque, grandi, ma tortuosi, ma potremmo anche dire tortuosi perché grandi!
Sono i sogni che appartengono anche alle nostre vite, alle nostre famiglie, sogni a cui non vogliamo rinunciare, e che teniamo custoditi nei nostri cuori, nella speranza che possano avverarsi, ma che devono conciliarsi con chi ci è accanto e soprattutto con i disegni di Dio. Sono sogni che attraversano il vaglio dell’evangelo, così come avviene per Giuseppe, lo sposo di Maria, e nel vangelo di Matteo sono riportati ben quattro sogni.