mercoledì 2 luglio 2014

Omelia per il matrimonio di Livio e Lucia


Carissimi Livio e Lucia e carissimi tutti,
agli occhi del mondo, considerando quanto succede attorno a noi, la vostra può apparire come una scelta eroica o da illusi, rischiosa, da sprovveduti o da coraggiosi. Amarsi per sempre! Fedeli per sempre! Come si fa a promettersi una cosa del genere? Chi lo sa cosa può aspettarsi dal futuro? Chi può prevedere quali saranno i propri sentimenti nel futuro? E- tanto più – quelli dell’altro?

Molto più semplice è la scelta di convivere, di condividere un tratto di strada finché c’è l’amore che ci unisce e la mancanza di amore non ci separi.

Eppure c’è in tutti noi una contraddizione: chi di noi non sogna (o almeno ha sognato) un amore vero, grande, per sempre? Chi di noi non sente che l’amore vero non può essere a tempo, limitato, condizionato, banalizzato?

Pensate a due giovani innamorati: hanno bisogno di dichiarare un amore totale, per sempre. Chi potrebbe accettare che l’innamorato gli dica: “Si, per adesso ti voglio bene, poi si vedrà”?

A Roma, sulla scia di un noto libro e del corrispettivo film, le giovani coppie andavano a mettere il loro lucchetto a ponte Milvio buttando la chiave nel fiume, per dire, ovviamente, che la loro unione sarebbe durata per sempre.

Quando, mesi fa, ho chiesto a Livio cosa l’avesse spinto a decidere per questo passo, con la sua saggezza concreta mi ha risposto più o meno con queste parole: “perché i frutti erano maturi”. Altrimenti, attendendo ancora, rischi che i frutti marciscano, che si rovinino.

E io, vi confesso, ho sempre avuto una grande stima per questi due giovani. So che sono maturi, intelligenti, generosi… Ma proprio per questo vi dico: non confidate troppo e solo della vostra maturità. Confidate soprattutto nell’aiuto di Dio.

Una frase ad effetto che mi ha colpito dice: “Voi non vi sposate (solo) perché vi amate, ma vi sposate per imparare ad amarvi”.

Ricordatevi: ogni sacramento è un dono di Dio che ci fa vivere in pienezza una particolare fase della nostra vita. E ogni dono di Dio và chiesto, accolto, custodito e fatto crescere.

Il brano del Vangelo che avete scelto parla di un matrimonio ma, come avrete notato, gli sposi non hanno un nome. E questo ci permette di dire che oggi quegli sposi siete voi. Ed è allora per voi il messaggio:

attenzione, perché il vino della festa finisce, l’amore umano può affievolirsi, annacquarsi. E noi non siamo chiamati solo a sopravvivere, ma a vivere in pienezza, come in una festa che non finisce davanti alle difficoltà che incontrerete, ma continuerà come un’avventura divina affascinante anche se impegnativa.

Voi siete qui per chiedere al Signore che vi doni questo vino buono. Avete scelto una data in cui la Chiesa nostra Madre festeggia il cuore misericordioso di Maria. E avete sentito cosa fa Maria:

è una madre attenta ai bisogni degli sposi, è pronta ad intercedere perché il Figlio intervenga e trasformi l’acqua della nostra ordinarietà in vino che da l’ebrezza, la gioia di stare insieme.

Noi, invitati, siamo chiamati a fare come i servitori della festa: dobbiamo fidarci delle parole di Gesù e fare quanto ci dirà perché non vi manchi ami il vino buono. Dobbiamo anche noi collaborare e metterci al servizio degli sposi per formare quella famiglia fatta da tanti famiglie che Dio desidera.

Tutti noi siamo qui perché crediamo in un ideale alto, irraggiungibile con le nostre sole forze umane, ma che si rende vicino: Dio che è Amore, che è fonte, sorgente inesauribile e zampillante dell’amore, che è ideale verso cui tendere, che è, nel Figlio, modello e maestro da imitare e da seguire.

Amare come ama Dio! Con la disponibilità a perdonare sempre, a ricominciare sempre, a fare il primo passo, ad amare in modo fedele, per sempre, senza escludere nessuno, aperti alla vita, generando vita.

L’ideale è sempre molto lontano dalla nostra vita concreta: non dobbiamo per questo scoraggiarci di fronte ai fallimenti che viviamo, alla mediocrità che potremo sperimentare. Dobbiamo solo chiederci: è giusta la direzione verso cui stiamo andando? O ci siamo allontanati dall’ideale? E, se così fosse, sforzarci nel chiedere perdono e aiuto e rimetterci in cammino con la convinzione di essere chiamati a qualcosa di bello e di grande.

Un’altra frase famosa: “Amare non è guardarsi negli occhi, ma guardare (e andare) nella stessa direzione”. L’obiettivo è quello indicato nel libro della Genesi: formare un solo corpo, divenire una sola realtà senza annullare le differenze, come Dio che è Uno e Trino.

Infine qualche suggerimento. Quelli più preziosi ci sono giunti in questi ultimi mesi da Papa Francesco:

-          Imparate a pregare insieme e, nella preghiera, chiedete ogni giorno quell’amore quotidiano che, come il pane, alimenti la vostra giornata e vi permetta di andare avanti con fiducia ed entusiasmo.

-          Tiratevi pure i piatti, ma non tramonti il sole sulla vostra ira: cioè non andate a dormire senza riconciliarvi, mettete da parte l’orgoglio ferito per ritrovare quell’amore originario che vi ha uniti.

-          Aggiungo: fate memoria di questo giorno e di tutti i giorni di grazia che Dio vi ha concesso e vi concederà. Perché se un giorno dovreste chiedervi: “Chi me lo ha fatto fare?” possiate rispondervi subito ricordando i motivi che vi hanno unito, le esperienze belle che avete condiviso e che tornerete a condividere.

-          Continuate sempre, come sapete ben fare, a ironizzare sui vostri difetti: sappiate sempre prendervi benevolmente in giro.

-          Non siate schiavi del tempo, ma padroni che ne usano saggiamente come di una cosa preziosa: trovate il tempo per pregare insieme, ma anche per sedervi, almeno una volta al mese, e raccontarvi non solo cosa avete fatto, ma come vi sentite, a che punto siete rispetto a quanto avevate progettato e sognato insieme.

Dio benedice il vostro cammino, vi accompagna, vi sostiene, vi purifica, vi rinnova: non dimenticatevi mai di Lui e custodite il suo dono facendolo crescere con il vostro impegno. Diventate Santi insieme e aiutate a divenire Santi anche noi. Testimoniate ai vostri amici, ai vostri parenti, ai vostri figli, alle persone che vi incontrano, la bellezza di donarsi reciprocamente, la gioia di perdonarsi, la santità del vostro matrimonio.

E così sia. Per sempre!

P. Stefano Liberti, sabato 28 giugno 2014 (memoria del Cuore Immacolato di Maria)

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