https://acasadicornelio.wordpress.com/2014/12/27/il-maschile-e-il-femminile-della-sequela-san-giovanni-evangelista/
‘…e vide e credette…’
La memoria di san Giovanni evangelista è occasione per mettere a fuoco i tratti della sequela così come è impersonata dai generi maschili e femminili dei discepoli stessi.
Giovanni, attraverso l’incontro di Gesù con alcuni personaggi del suo vangelo, ci presenta due forme di sequela: una al maschile e una al femminile, che poi danno origine a due forme di Chiesa: la Chiesa dell’ufficio e la Chiesa dell’amore. In realtà non si tratta di due Chiese ma dell’unica Chiesa nel suo duplice volto, quello ministeriale e quello comunionale.
Il maschile che si pone alla sequela di Gesù nella via del discepolato mostra dei suoi tratti peculiari:
– entusiasmo e curiosità non trattenuti, evidenti nei primi due discepoli che seguono il Messia;
– la chiusura nel proprio modo di comprendere la realtà, quando la novità del cammino non ha degli itinerari facilmente riconoscibili: Nicodemo, Natanaele, Pietro;
martedì 30 dicembre 2014
lunedì 22 dicembre 2014
Natale in compagnia di Giuseppe
Gianfranco Ravasi
Nonostante le stravaganze introdotte dal consumo dei "seria! televisivi", gli italiani continuano a privilegiare nei nomi assegnati ai loro figli quelli tradizionali (o almeno così si è fatto per lunghi decenni fino ai nostri giorni). Risulta, in tal modo, che all'anagrafe il nome maschile detentore del primato sia ancora l'antico e buon "Giuseppe", assegnato certamente sulla base di un rimando alla figura discreta e silenziosa dell'omonimo padre legale di Gesù. Abbiamo allora pensato dato che questo numero del Notiziario apparirà in connessione col mese natalizio – di proporre ai nostri lettori un'analisi essenziale dell'evento della nascita di Cristo da un angolo di visuale molto particolare, stando appunto in compagnia di Giuseppe. Il suo è un nome chiaramente ebraico che significa "Dio aggiunga!" o "che egli raduni!", un nome portato da altri sei personaggi biblici, tra i quali il più celebre è quel figlio di Giacobbe che fece fortuna in Egitto divenendo da schiavo viceré, così da trasformarsi, secoli dopo, nel protagonista del fluviale romanzo Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann.
giovedì 4 dicembre 2014
Le dieci parole del Signore: prima tavola. Interpretazione dei primi tre comandamenti, di Dietrich Bonhoeffer
Riprendiamo dal web un testo di D. Bonhoeffer manoscritto nel corso della prigionia a Tegel. Egli racconta che iniziò a scrivere il testo il 27 giugno 1944. Il testo è stato edito in italiano in D. Bonhoeffer, Venga il tuo regno, Queriniana, Brescia, 1988, pp. 43-61. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (1/12/2014)
In mezzo a tuoni, lampi, dense nubi, terremoti e terrificante squillare di tromba Dio manifesta al suo servo Mosè sul Monte Sinai i dieci comandamenti. Non si tratta del risultato di lunghe riflessioni di uomini saggi ed esperti della vita umana e dei suoi ordini: è la Parola rivelata di Dio, al cui suono la terra trema e gli elementi si scatenano. Non si tratta di una saggezza universale, offerta ad ogni uomo pensante, ma di un avvenimento sacro, al quale persino il popolo di Dio non può avvicinarsi pena la morte; di una rivelazione di Dio nella solitudine della vetta di un vulcano fumante: ecco come i dieci comandamenti entrano nel mondo.
lunedì 1 dicembre 2014
Mt 25,1-13: Enzo Bianchi medita la parabola delle dieci vergini. Vegliate!
Vegliate perchè non sapete nè il giorno nè l'ora
Roma, S. Maria in Traspontina, 21 novembre 2014
Vorrei innanzitutto esprimere la mia gioia di essere ancora una volta in mezzo a voi per leggere, meditare, pregare e contemplare insieme la Parola di Dio contenuta nelle Scritture, di cui i vangeli sono il cuore.
Questa sera mi è stato chiesto di meditare sulla parabola evangelica delle dieci vergini (Mt 25,1-13). Mi pare una scelta particolarmente felice, perché ci consente di fare l’unità tra i brani evangelici ascoltati nelle ultime domeniche del tempo ordinario (annata A) e l’Avvento ormai alle porte. Prima di venire al brano che ci interessa, cerchiamo dunque di collocarlo nel suo contesto, in modo da coglierlo in tutta la sua ricchezza di senso, per la nostra vita, qui e ora.
1. “Vegliate!”
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