sabato 7 gennaio 2012

Mc 1,7-11: BATTESIMO del Signore

BATTESIMO del SIGNORE/Anno B

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Io: Festa del Battesimo come festa che conclude il tempo delle manifestazioni.
* Termina oggi con la festa del Battesimo il tempo delle manifestazioni di Gesù:
- a Natale si è manifestato ai poveri pastori;
- all’Epifania si è manifestato alle genti;
- oggi, ricevendo da Giovanni l’immersione nel Giordano, egli si manifesta al popolo di Israele.
* Il Battesimo inaugura il tempo in cui Gesù, uomo maturo, entra sulla scena pubblica, scende in campo si potrebbe dire con un linguaggio più moderno e meno ispirato: è il momento del discorso programmatico, eppure la prima cosa che egli fa non è mostrarsi protagonista di gesti straordinari né di un insegnamento, bensì mostrarsi come un uomo pienamente solidale con i peccatori.
* il cammino intrapreso da Gesù è segnato dall’abbassamento, dall’umiltà, dalla misericordia per gli uomini, ed è così che egli ci parla di Dio.

Il senso del Battesimo di Gesù
* L’episodio del Battesimo di Gesù non descrive il sacramento che noi riceviamo (che verrà istituito da Gesù Risorto come mandato ai suoi discepoli di battezzare tutti nel nome della Trinità, cioè di IMMERGERE, inserire ogni uomo nella realtà trinitaria, renderci FIGLI nel figlio, condividendo la sua morte e resurrezione).
* Il battesimo di Gesù è la sua presentazione, manifestazione (=EPIFANIA) al popolo di Dio, presentazione che troverà compimento sulla croce e nella pasqua (non c’è amore più grande di chi da la vita per i suoi amici).
* perché Gesù vuole ricevere il battesimo? come la gente che va da Giovanni a farsi battezzare (soprattutto pubblici peccatori: pubblicani e prostitute), vuole cambiare la sua vita, dare un taglio al passato e cominciare un modo nuovo di vivere, diverso da prima. Il battesimo nell’acqua del Giordano è il segno per dire a tutti questo impegno che ogni persona prende con se stessa e con Dio.
* Sappiamo che Gesù non ha bisogno di lasciarsi alle spalle il male e il peccato, però sappiamo anche che da questo momento in poi, anche Gesù cambia la sua vita!Per 30 anni, nessuno ha saputo granché di lui: lo conoscono solo i suoi parenti e la gente di Nazareth. Ha trascorso una vita normalissima, una vita come tante, senza che lasciasse capire che era il Figlio di Dio, il Messia atteso da sempre. Adesso, di fronte a Giovanni Battista, sulle rive del Giordano, Gesù sa che la sua vita sta per cambiare completamente. Non più solo figlio di Maria e Giuseppe, ma Rabbi, Maestro, sulle strade di tutta la Palestina che mostra il volto del Padre suo e Padre nostro.Il battesimo che Gesù riceve da Giovanni non è per il perdono o per la rinuncia al male, ma è il segno del completo cambiamento che sta cominciando nella vita di Gesù. Perciò insiste tanto con il cugino, fino a convincerlo.* Possiamo immaginare una fila di persone che vanno da Giovanni per essere immerse nel Giordano: in quella fila si mette anche Gesù, che Giovanni ha appena definito «più forte di me, colui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco»! Questo recarsi di Gesù da Giovanni per essere battezzato apparirà azione scandalosa persino per i primi cristiani, alcuni dei quali cercheranno di minimizzare l’evento. Eppure tutti e quattro i Vangeli ce lo testimoniano: Gesù si associa ai peccatori nel chiedere a Giovanni il Battesimo. L’altro si oppone, ma Gesù ribatte: «Lascia fare per ora!», invitandolo a compiere la volontà di Dio, la sua giustizia: e la giustizia di Dio è quella particolare coerenza con cui egli intende realizzare la sua misericordia verso i peccatori, il suo disegno universale di salvezza. Giovanni allora acconsente e si sottomette al volere di Gesù, il quale a sua volta si sottomette a lui nel Battesimo.
- Gesù realizzerà in pieno questa missione attraverso il battesimo pasquale (“C’è un battesimo che devo ricevere”) nelle acque simboliche della morte, da cui riemerge con la risurrezione. Dal suo fianco trafitto sgorgheranno acqua e sangue, cioè il battesimo e l’eucarestia, sacramenti della nuova vita. (Gv 19,34)
La festa del Battesimo del Signore conclude il tempo di Natale e dà inizio al Tempo Ordinario.
Come l’evento del Battesimo di Gesù fu l’avvio della progressiva manifestazione del suo mistero al mondo, così la festa corrispondente è il principio di quel percorso che la Chiesa ci offre ogni anno per approfondire la nostra conoscenza vitale del mistero di Cristo. È, quindi, il periodo non soltanto per smontare il presepio e togliere gli addobbi dalla chiesa e dagli altri edifici parrocchiali, ma di conoscere sempre più e sempre meglio il Signore che è nato per noi.

Proprio nel momento in cui Gesù risale da quell’acqua carica dei peccati dell’umanità, «si aprono i cieli ed egli vede lo Spirito di Dio scendere come colomba su di lui. Ed ecco una voce dal cielo: "Questi è il mio Figlio amato, nel quale ho posto la mia gioia"». Così si compiono le Scritture e la giustizia di Dio si è realizzata: Dio voleva vedere Gesù così, in mezzo ai peccatori, e in quell’atto di abbassamento voleva riempirlo di Spirito Santo. È in questa inattesa epifania che ci è dato di cogliere l’unità dell’azione di salvezza di Dio: il Padre opera attraverso il Figlio Gesù conferendogli tutta la potenza dello Spirito.
La festa del Battesimo di Gesù è anche memoria del nostro Battesimo e, nel contempo, della voce di Dio rivolta a ciascuno di noi: «Tu sei mio figlio!». Ognuno di noi è figlio di Dio, ed è causa della sua gioia se, riconoscendosi peccatore, intraprende il cammino di conversione; su ognuno di noi scende e riposa lo Spirito se sappiamo invocarlo e apprestare tutto per accoglierlo. È così che possiamo sentirci figli di Dio, capaci di gridargli «Abbà, papà amato!» e di vivere delle energie dello Spirito: energie nascoste che pure non cessano di mostrarsi efficaci nella nostra vita, energie più forti del peccato e della morte.

A. Maggi:
"subito, salendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli”. I cieli erano considerati la dimora di Dio e si credeva a quel tempo che Dio fosse talmente offeso per le malefatte e per l’infedeltà del popolo, che aveva sigillato i cieli. Non c’era più comunicazione tra Dio e gli uomini. La risposta di Dio all’impegno di Gesù è che i cieli di squarciano. Non vuol dire che si aprono, perché quello che si apre si può richiudere, ma si squarciano, si lacerano, non è più possibile ricomporli.
Attraverso Gesù la comunicazione tra Dio e gli uomini sarà continua, costante e crescente. Quindi questa è la risposta di Dio all’impegno di Gesù.
“E venne una voce dal cielo”. Una voce dal cielo, quindi una comunicazione divina, “«Tu sei il Figlio mio»”. E’ la citazione del salmo 2, della consacrazione del messia, “«l’amato»”. L’amato è il figlio che eredita tutto. Quindi Dio testimonia che in Gesù c’è tutto di lui; non si può far distinzione tra Gesù e Dio, separarli. In Gesù c’è la pienezza della divinità.
Quindi “«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio favore»”. E Dio consacra Gesù come il messia, come il liberatore atteso da Israele.

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