sabato 7 gennaio 2012

Mt 2,1-12: EPIFANIA del Signore

EPIFANIA DEL SIGNORE

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

IO: EPIFANIA: dove/come cercare Gesù che è nato?
- Siamo alla conclusione del tempo natalizio e la liturgia ci invita a fare un passo in avanti importante: G non è solo nato, ma si è MANIFESTATO, si è fatto conoscere.
- L’epifania diventa l’evento dell’INCONTRO: di Dio che in Gesù cerca l’uomo e dell’uomo che (messosi in cammino) in Gesù trova Dio.
- In queste prossime feste ricordiamo 2 momenti o modi in cui si è mostrato al mondo: attraverso la STELLA seguita dai magi (oggi) e attraverso il suo BATTESIMO (domenica prossima).
- Oggi ci è stato presentato questo racconto che ricorda un pò le FIABE, che, più che raccontarci degli eventi così come sono accaduti, vuole comunicarci un messaggio importante:
- dove e come cercare G che è nato? Il racconto dei MAGI (non maghi, ma sapienti che vengono dall’Oriente) cerca di dare una risposta e ci dice:
1.che Dio si è incarnato per tutti e tutti possono incontrarlo anche se non conoscono la nostra religione.
2.è fondamentale però GUARDARE IN ALTO ("Alza gli occhi intorno e guarda", scrive Isaia), cercare nella natura quei segni che ci parlano di Dio, ci ricordano il suo amore e la sua bellezza riflessa nel creato.
3.Occorre GUARDARE OLTRE IL PROPRIO OMBELICO, non chiudersi a riccio per le proprie paure e i propri egoismi, ma cercare oltre di noi un senso alla nostra vita, chiedere cosa Dio voglia da noi.
4.Occorre GUARDARE IL CIELO e LA NOSTRA STELLA che ci guida: affidarsi a Dio e alla luce che ci dona: capire il nostro posto nel mondo, la nostra vocazione da seguire e costruire, ciò che realmente ci risulta luminoso, bello, senza lasciarci abbagliare dalle false stelle (pensiamo alle star/stelle di Hollywood che dietro l’immagine di successo e felicità nascondono spesso una vita fallimentare, triste, inutile: ci lasciamo ingannare da queste stelle, vogliamo realmente diventare come loro?).
5.Occorre METTERSI IN CAMMINO dietro questa luce/intuizione, IN COMUNITA’, insieme ad altri che stanno seguendo le stesse indicazioni, senza paura di dover lasciare molte cose (x’ in un lungo, incerto e notturno cammino tante cose sono solo di intralcio).
6.Occorre domandare agli “esperti” che incontriamo lungo il cammino cosa ci dica Dio nella sua SCRITTURA e dobbiamo seguire queste indicazioni senza lasciarci scoraggiare dall’atteggiamento “contraddittorio” di tali esperti (che sanno, ma non fanno).
7.La certezza di aver trovato la META o di esserci volta per volta avvicinati è la GIOIA profonda che ci invade. E’ il momento di PROSTRARSI e ADORARE il Signore incontrato, senza timore di aver sbagliato obiettivo solo x’ questo è ancora bambino, realtà iniziale che deve crescere e manifestarsi pienamente x quello che è.
8.Doniamogli quello che abbiamo di più prezioso: la nostra vita, i nostri sogni, il nostro impegno a costruire quella realtà di pace e comunione che dà senso alla nostra vita nel modo che ci viene indicato (nel sacerdozio, nel matrimonio, nell’impegno in parrocchia e nella società...) senza temere di dover “pagare” queste scelte (la mirra è ad esempio il simbolo della sofferenza che questo Dio-bambino dovrà affrontare).
9.“Per un’altra strada fecero ritorno”: la nostra vita deve cambiare nell’incontro con il Signore. Anche il nostro tornare nelle nostre case deve essere differente, trovarci arricchiti, pronti a rinnovare la speranza che è in noi, a rinnovare le relazioni che ci uniscono o che ci hanno diviso, pronti a testimoniare la possibilità di una vita migliore.
10. Il RISCHIO inverso è quello di scegliere la strada di ERODE e del suo entourage: quella di difendere il nostro piccolo potere, i nostri egoismi e attaccamenti, di sentire il Signore come una minaccia, di RIMANERE FERMI nelle nostre posizioni, di conoscere la Scrittura e il volere di Dio, ma di non far nulla per seguirli, di rimanere nell’OSCURITA’ di una vita meschina e falsa.

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