giovedì 26 settembre 2013

Luca 16, 19-31: Lazzaro e il ricco (Ancel)

Abbiamo già meditato sul testo di s. Luca (cap. 16), dove si parla di Lazzaro e del ricco. Penso che abbiate no­tato un elemento che mi sembra molto importante: l’inco­scienza di questo ricco. Pensava di non fare niente di male: vestiva di porpora e di bisso e ogni giorno teneva splendidi banchetti. Nessun peccato, è vero. Avere splendidi vestiti è bene; mangiare bene non è peccato. Certamente questo ricco non sembra aver coscienza di essersi dimenticato dei poveri.
Il ricco, in un tardivo ravvedimento, domanda ad Abra­mo di mandare Lazzaro alla casa di suo padre per illuminare i suoi cinque fratelli sulla sua condizione di tormento, per­ché non vi cadano anch’essi. La gente per lo più è inco­sciente, non fa attenzione ai poveri, a tutti i “lazzari” del mondo, non sente rimorsi, ha una grande pace interiore, perché dice a se stessa: “Non ho fatto male a nessuno”. E i poveri muoiono di fame.
Quanta gente, prima di fare una spesa, si domanda: “Ci sono poveri nel mondo: ho il diritto di fare questa spe­sa?”. Di solito quando uno ha del denaro fa le spese che vuole. “Il denaro è mio! ” — pensa. Mio? No! Perché quan­do uno si trova in estrema necessità, non c’è più differenza tra mio e tuo. Il dramma del mondo di oggi sta nel fatto che ci sono i poveri e la gente vive tranquilla.
Dobbiamo essere disponibili allo Spirito santo.
Avete letto la risposta di Abramo nella parabola del ricco Epulone: “Hanno Mosè e i profeti”; come se oggi dicessi­mo: “Hanno il vangelo e i sacerdoti”. Ebbene: e noi che abbiamo fatto? Un giorno, in Brasile, un sacerdote mi di­ceva: “I ricchi in passato li abbiamo utilizzati per avere denaro, ora li insultiamo, ma non abbiamo mai pensato a evangelizzarli. Quando saremo davanti a Dio ci verrà chie­sta ragione di tutti questi ricchi che non abbiamo evangeliz­zato”.
 da Mons. Alfred Ancel, Evangelizzare i poveri
 http://nuke.pradoitaliano.it/LinkClick.aspx?fileticket=tMMI3Qyn784%3D&tabid=63&mid=399.

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