In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. (...)
Oggi siamo invitati da Gesù, in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, ad andare sul monte.
Certe esperienze vanno fatte in piccoli gruppi e poi riportate alla comunità: necessità di comunità locali, piccole, in cui approfondire il rapporto e la conoscenza di Dio, senza perdere di vista la Chiesa intera di cui siamo membra.
(6 giorni dopo): l’indicazione temporale si ricollega all’annuncio che Gesù ha fatto ai suoi apostoli del suo destino di morte e resurrezione, alle esigenze del discepolo nel seguire il Signore.
(Monte): i monti sono come indici puntati verso il cielo, verso il mistero di Dio, raccontano la vita come una ascensione verso l’alto. Scriveva il filosofo latino Seneca:
fino a che sei all’osteria, puoi negare Dio. Ma non è facile negarlo quando sei nel silenzio della tua camera o della natura.
Esperienza delle camminate in alta montagna, di avere una meta, di misurarsi con la fatica, di avere momenti di scoraggiamento, ma, intravista la meta e il panorama che si apre improvviso, ci viene spontaneo anche a noi esclamare: “che bello”. E la fatica per il momento scompare.
(fu trasfigurato): il VOLTO è, con gli occhi, lo specchio dell’anima: mostra quello che stiamo vivendo, il nostro “stato d’animo”: chi è felice ha un volto luminoso, chi è triste un volto scuro, ombroso.