venerdì 28 marzo 2014

Lc 20, 27-38: Il matrimonio non finisce del tutto con la morte, ma viene trasfigurato


Gesù e gli sposi
“Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcunoche ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie»”. (Lc 20, 27-38)

Il commento di Padre Raniero Cantalamessa:

giovedì 27 marzo 2014

Giovanni 9,1-41: IV domenica di Quaresima Anno A

visualizzaIn quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. (...)

Ermes Ronchi: Il protagonista di oggi è l'ultimo della città, un mendicante cieco, uno che non ha nulla, nulla da dare a nessuno. E Gesù si ferma per lui. Perché il primo sguardo di Gesù sull'uomo si posa sempre sulla sua sofferenza; lui non giudica, si avvicina. 
La gente che pur conosceva il cieco, dopo l'incontro con Gesù non lo riconosce più: È lui; no, non è lui. Che cosa è cambiato? Non certo la sua fisionomia esterna. Quando incontri Gesù diventi un'altra persona. Cambia quello che desideri, acquisti uno sguardo nuovo sulla vita, sulle persone e sul mondo. Vedi più a fondo, più lontano, si aprono gli occhi del cuore.

sabato 22 marzo 2014

Giovanni 4,5-42: III Domenica di Quaresima Anno A

visualizzaIn quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». (...) 

Ermes Ronchi: Gesù, affaticato per il viaggio, sedeva al pozzo di Sicar. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. È una donna senza nome, che ci rappresenta, che assomiglia a tutti noi. È la sposa che se n'è andata dietro ad altri amori, e che Dio, lo sposo, vuole riconquistare. Non con minacce o rimproveri, ma con l'offerta di un più grande amore, esponendosi con l'umiltà di un povero che tende la mano «ho sete», di chi crede che può ricevere molto da ogni altro uomo.

martedì 18 marzo 2014

Giuseppe, il santo delle partite Iva (Ravasi)

di Gianfranco Ravasi, Avvenire, 18.3.14

Altro che “classe media”, come hanno ipotizzato alcuni studi recenti. Il padre legale di Gesù era un carpentiere senza garanzie e soggetto a pesanti tasse

Una critica ai vangeli apocrifi
Stavolta il cardinale Gianfranco Ravasi – già ben noto per le sue opere esegetiche su personaggi biblici come Giobbe o Qoelet – ha scelto di soffermarsi su un protagonista umile per eccellenza, eppure tanto importante nell’economia biblica: «Giuseppe. Il padre di Gesù» (San Paolo, pp. 128, euro 14). Il nuovo volume propone un’analisi essenziale ma anche molto puntuale della figura evangelica, discreta e silenziosa, del padre legale di Gesù. Ogni capitolo esamina gli episodi che lo vedono implicato, dall’annunciazione alla fuga in Egitto, senza escludere le varie ipotesi che – sulla base di apocrifi (tra cui l’antica «Storia di Giuseppe il falegname») e di tradizioni espresse anche nell’arte – sono state elevate sulla vita 'nascosta' di Giuseppe. In questa pagina riportiamo l’analisi cui il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura sottopone le teorie che ultimamente volevano iscrivere il padre di Gesù alla media borghesia del suo tempo.

giovedì 13 marzo 2014

Matteo 17, 1-9: II Domenica di Quaresima - Anno A (Trasfigurazione)

visualizzaIn quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. (...)

Oggi siamo invitati da Gesù, in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, ad andare sul monte.
Certe esperienze vanno fatte in piccoli gruppi e poi riportate alla comunità: necessità di comunità locali, piccole, in cui approfondire il rapporto e la conoscenza di Dio, senza perdere di vista la Chiesa intera di cui siamo membra.
(6 giorni dopo): l’indicazione temporale si ricollega all’annuncio che Gesù ha fatto ai suoi apostoli del suo destino di morte e resurrezione, alle esigenze del discepolo nel seguire il Signore.
(Monte): i monti sono come indici puntati verso il cielo, verso il mistero di Dio, raccontano la vita come una ascensione verso l’alto. Scriveva il filosofo latino Seneca:
fino a che sei all’osteria, puoi negare Dio. Ma non è facile negarlo quando sei nel silenzio della tua camera o della natura.
Esperienza delle camminate in alta montagna, di avere una meta, di misurarsi con la fatica, di avere momenti di scoraggiamento, ma, intravista la meta e il panorama che si apre improvviso, ci viene spontaneo anche a noi esclamare: “che bello”. E la fatica per il momento scompare.
(fu trasfigurato): il VOLTO è, con gli occhi, lo specchio dell’anima: mostra quello che stiamo vivendo, il nostro “stato d’animo”: chi è felice ha un volto luminoso, chi è triste un volto scuro, ombroso.

martedì 11 marzo 2014

Il silenzio di Gesù al centro della storia (Maggioni)

Bruno Maggioni, Avvenire, 9.3.14

Quando si accenna al silenzio di Gesù, subito il pensiero corre al silenzio della passione. E difatti è qui che il silenzio ha raggiunto il punto più alto della sua forza espressiva. A volte il silenzio dice più della parola.

Ma i Vangeli non parlano soltanto del silenzio della passione. C’è anche il silenzio dell’uomo che resta ammutolito di fronte a Gesù, o perché la sua parola lo riempie di meraviglia, o perché la sua verità lo infastidisce. E c’è il silenzio di Gesù di fronte alle domande pretestuose, o inutili, di chi finge di interrogarlo. E c’è il silenzio che Gesù impone a chi vorrebbe parlare di Lui prima di averne intravisto la novità, che è la Croce.

venerdì 7 marzo 2014

Matteo 4, 1-11: I Domenica di Quaresima Anno A

visualizzaIn quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. 


Ermes Ronchi: Gesù deve scegliere che tipo di Messia diventare, la scelta decisiva di tutta la sua vita. 

mercoledì 5 marzo 2014

Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. (1 Gv 3, 18)

Amare coi fatti
È san Giovanni che scrive. Egli mette in guardia le sue comunità contro certuni, i quali a parole esaltavano la fede in Gesù, ma a questa fede non facevano seguire le opere. Anzi, queste ultime venivano considerate inutili o superflue, come se Gesù avesse già fatto tutto. La loro era così una fede vuota e sterile, perché lasciava mancare all’opera di Gesù l’apporto indispensabile che egli chiede a ciascuno di noi.
«Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità».