In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di
casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si
accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi
verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e
disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed
essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:
(...) “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna
disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando
dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio,
ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che
avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel
ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone (...)».
Nel mondo che Dio sogna non ci sono disoccupati, ma qualche problema sindacale.
La prima immagine riguarda il padrone-Dio: esce incessantemente
per cercare collaboratori! E non tanto per necessità: anche quando il lavoro
giunge al termine continua ad invitare a raggiungere gli altri lavoranti, per
non lasciare disoccupato nessuno. Sembra uscire con l’intento di non lasciare a
mani vuote nessuno.
Perché Dio comprende bene il dramma di chi rimane senza un
lavoro, di chi rischia di perdere la stessa dignità sentendosi inutile,
rifiutato, incapace di provvedere alla sua vita e dunque, tanto più, della
propria famiglia.