venerdì 2 dicembre 2011

Marco 1,1-8: preparate la via

II Domenica di Avvento - Anno B

Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio (...). Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati (...). E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Io: II tappa del nostro cammino di Avvento: dopo l’invito perentorio a vegliare, a svegliarci dal sonno ecco l’invito a mettersi in cammino, a preparare la strada al Signore che viene. In premio c’è l’incontro col Signore, ci sono terre e cieli nuovi dove regni l’amore e la giustizia, la felicità e la solidarietà.
La 1° lettura del profeta Isaia parla al popolo in ESILIO invitandolo a preparare la strada del ritorno, annunciando la fine di una esperienza terribile, offrendo parole di consolazione; S.Pietro nella 2° lettura invita a guardare avanti, ad attendere i “cieli nuovi e terra nuova” promessi da Dio, dove abita la giustizia.
Sono alcune delle dimensioni proprie dell’Avvento che si è aperto domenica scorsa con l’invito perentorio di vigilare, risvegliare la nostra fede, attendere il ritorno glorioso del Signore (il che vuol dire anche a-tendere: tendere-a, verso il Signore: volgere verso di lui la nostra attenzione, convertirsi riconducendo la nostra vita verso di lui in un cammino di speranza).
Siamo consapevoli di vivere come in ESILIO, in un mondo dove le tenebre sono “dominanti”, ma anche che una LUCE è sorta per guidarci verso i CIELI e le TERRE NUOVE. E’ in gioco dunque un FUTURO luminoso fatto attraverso un richiamo al PASSATO per un PRESENTE ATTIVO e pieno di SPERANZA.
Giovanni è il protagonista di questa II tappa:
- ULTIMO PROFETA dell’A.T. si rivolge alle folle aprendole all’attesa del Messia, del liberatore.
- E’ la VOCE che prepara la via alla PAROLA e che grida di aprire nel deserto la strada che porta dalla terra della schiavitù alla patria della liberazione.
- Giovanni VIVE CIO’ CHE ANNUNCIA.
- E’ l’annunciatore, cioè il PROFETA che, denunciando il PECCATO e annunciando il PERDONO, dispone l’uomo a CONVERTIRSI alla giustizia di Dio in ATTESA del NUOVO, lo dispone al cammino, alla continua ricerca di ciò a cui tende.
- GIOVANNI BATTEZZA NEL DESERTO: il deserto è la tappa obbligata del cammino tra la schiavitù e la libertà, tra Egitto-Babilonia e la terra promessa (tensione tra un NON-PIU’ e un NON-ANCORA, distanza da attraversare per non tornare indietro o morire sul posto). E’ il luogo dove Dio rivela sé stesso e la sua fedeltà e educa il popolo.
Il deserto è la condizione di ESSENZIALITA’, di POVERTA’ richiesta per conoscere sé stessi e Dio.
- VESTITO di peli di CAMMELLO: è la divisa di ELIA, padre dei profeti, di cui Giovanni è l’ultimo figlio. Il CAMMELLO, che porta i pesi altrui e attraversa il deserto, è un’immagine di Cristo e Giovanni ne è come rivestito. UNA CINTA di pelle ai FIANCHI: i “fianchi cinti” indicano la continenza, la sobrietà, la padronanza di sé e la disponibilità al cammino propria di chi deve compiere l’esodo pasquale.
- MANGIAVA LOCUSTE (le cavallette,che combattono e uccidono i serpenti, sono un’immagine della Parola di Dio, nutrimento dell’uomo che lo aiuta a vincere il serpente e la sua menzogna) e MIELE SELVATICO (la parola di Dio è descritta come più dolce del miele): cibi dell’essenzialità del deserto.
- Il Battista prepara la venuta del Messia, “quello che è più forte di me”: egli ci BATTEZZERA’ (= immergerà) in Spirito Santo (= vita di Dio): in Gesù, il Dio che si immerge nella realtà umana, l’uomo si immerge nella vita di Dio.
- DIETRO: dopo, ma E’ PIU’ FORTE DI ME: riconoscimento di dover mettersi dietro (lui deve crescere e io diminuire), di seguirlo come il 1° discepolo. E’ importante stabilire l’ordine giusto: Gesù davanti e lui dietro. E noi? Quante volte ci mettiamo avanti?
- NON SONO DEGNO: non falsa umiltà, ma prova di come Giovanni sa stare al suo posto (senza traccia di orgoglio, di rivendicazione) e vivere ciò che annuncia (fino al martirio, rendendo testimonianza fino alla fine). I nostri rapporti sono caratterizzati da prove di forza che rompono la comunione: solo presentandoci con le nostre fragilità e senza imporre agli altri la nostra pre-potenza possiamo costruire rapporti fraterni e veri.
- Lui vi BATTEZZERA’ in SPIRITO SANTO = vi IMMERGERA’ nella VITA (Spirito) di DIO (il Santo) dandoci la sua vita. Dio ha messo nel cuore dell’uomo il desiderio-bisogno di Lui: ora lo colma pienamente con il dono di sé!
Cosa possiamo fare per preparare la strada?
- abbassate i colli e appianate le buche: ciascuno di noi deve riconoscere le proprie LACUNE da colmare, le mancanze da sistemare. Dall’altra parte viviamo “monti e colli”, cioè forme di superbia e di orgoglio da abbassare.
- La gente scendeva per sentire, attraverso Giovanni, la Parola di Dio: riscoprire la lettura della Parola.
- La gente si faceva battezzare confessando i propri peccati: l’avvento è il tempo propizio per celebrare il sacramento della penitenza e ricevere il perdono di Gesù che rigenera la nostra vita di figli di Dio.
- Giovanni vive nell’austerità: è l’invito a riscoprire l’essenzialità della vita, la semplicità dando un taglio alle nostre comodità, al consumismo sfrenato, all’idolatria del comprare. Ci invita a sensibilizzarci nei confronti di coloro che hanno bisogno (giornata del pane).
- Giovanni vive nel deserto, fuori dal chiasso, per sentire la voce di Dio. Regaliamoci spazi di silenzio e maggiore preghiera. Riempire tutti gli spazi e tempi col rumore non ci permette di ascoltare Dio che parla nel silenzio.
Questi sono dunque gli strumenti privilegiati per preparare la strada al Signore che vuol nascere, abitare e agire nella nostra vita: la Parola di Dio, la Confessione , una vita austera e solidale, un po’ di silenzio orante.
Aspettiamo con fiducia l’avvento dei cieli e terre nuove nei quali abita la giustizia di Dio, impegnamoci per farli sorgere vivendo in pace, senza colpa e senza macchia. Amen.

Nessun commento:

Posta un commento