In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare (...)».
Tra Mosè e Gesù intercorrono circa 2.000 e così tra Gesù e noi, eppure certe dinamiche si ripetono sempre: anche noi, oggi, viviamo di GELOSIE ed ESLUSIVISMI, incapaci di riconoscere (e di lasciar agire) il BENE là dov'è e di condannare invece il MALE che viene commesso sotto i nostri occhi (senza che noi ci ribelliamo o scandalizziamo).1L: antefatto: Mosè non riesce più da solo a reggere il peso di un popolo che continua a mormorare e ribellarsi contro di lui e contro Dio. Ecco che il Signore gli offre l'aiuto di 70 "anziani" (anche la parola presbiteri vuol dire anziani) a cui dona il suo Spirito perchè possano svolgere il loro compito.
Come al solito vogliamo fare le cose secondo schemi prestabiliti, secondo riti prefissati, secondo istituzioni ben definite. Chi non ci sta, chi vuol fare diversamente, stia fuori perchè non è uno di noi.