(...) Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri,
mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni
di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono
stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo
padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi
cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma
essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a
Nàzaret e stava loro sottomesso (...).
Famiglia, piccola Chiesa, Sacramento dell’amore di Dio
- All’interno delle festività natalizie, la prima dimensione umana ad essere messa in evidenza è la famiglia.
- L’icona e modello è la famiglia di Nazareth: famiglia povera, emigrante, vittima di un sistema di potere e di violenza che la costringe a cercare rifugio in Egitto. Famiglia che soprattutto segue la volontà di Dio, un Dio che si rivela nel sogno (e ritroviamo qui Giuseppe, il sognatore coraggioso), un Dio che guida l’agire della storia soltanto con la complicità dell’uomo, un Dio che ci chiede di condividere un sogno di amore e comunione e di impegnarsi per realizzarlo con lui.
- la famiglia è uno STRUMENTO prezioso non solo per realizzare il sogno di Dio, ma per mostrare e condividere la stessa natura di Dio che è Amore trinitario, Amore da condividere, Amore che si apre al mondo, che non può essere racchiuso tra 2 persone, ma che coinvolge sempre un 3°.
venerdì 28 dicembre 2012
lunedì 24 dicembre 2012
Lc.2.1-14; Lc 2,15-20; Gv 1,1-18: NATALE del Signore
Oggi è nato il nostro Salvatore: AUGURI!
Quante volte ci siamo lamentati che la società ci ha rubato il Natale: ha trasformato questa festa tanto cara ai cristiani in un’ulteriore occasione di consumismo, di frenesia irrazionale a spendere. Ha svuotato la festa togliendo il festeggiato di mezzo e sostituendolo con ciò che tutti, non solo i cristiani, potessero sentire proprio: ecco allora Babbo Natale, la festa dell’inverno…
Eppure il giorno di Natale saremo qui in tanti a festeggiare il protagonista della festa. Per quanto coinvolti nella frenesia dei giorni precedenti, per quanto anche molti di noi siamo stati preda dello shopping, siamo qui ad adorare un bambino nato più di 2000 anni fa e in qualche modo riconosciuto come il Figlio di Dio, colui che ci ha permesso di svelare il mistero del Dio onnipotente e creatore. A partire da quel bambino, da quel momento Dio mette concretamente la sua tenda in mezzo a noi, si fa nostro compagno di strada: il cielo è sceso in terra e in terra possiamo contemplare il cielo come una realtà non fantasiosa e inaccessibile, ma come la meta del nostro pellegrinare, della nostra vita.
Quante volte ci siamo lamentati che la società ci ha rubato il Natale: ha trasformato questa festa tanto cara ai cristiani in un’ulteriore occasione di consumismo, di frenesia irrazionale a spendere. Ha svuotato la festa togliendo il festeggiato di mezzo e sostituendolo con ciò che tutti, non solo i cristiani, potessero sentire proprio: ecco allora Babbo Natale, la festa dell’inverno…
Eppure il giorno di Natale saremo qui in tanti a festeggiare il protagonista della festa. Per quanto coinvolti nella frenesia dei giorni precedenti, per quanto anche molti di noi siamo stati preda dello shopping, siamo qui ad adorare un bambino nato più di 2000 anni fa e in qualche modo riconosciuto come il Figlio di Dio, colui che ci ha permesso di svelare il mistero del Dio onnipotente e creatore. A partire da quel bambino, da quel momento Dio mette concretamente la sua tenda in mezzo a noi, si fa nostro compagno di strada: il cielo è sceso in terra e in terra possiamo contemplare il cielo come una realtà non fantasiosa e inaccessibile, ma come la meta del nostro pellegrinare, della nostra vita.
venerdì 21 dicembre 2012
Luca 1,39- 45: IV Domenica Avvento
IV Domenica Avvento Anno C
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Protagonista di quest'ultima tappa di Avvento è Maria, la madre di Gesù che ci apre e ci prepara al mistero dell'incarnazione del figlio di Dio in mezzo a noi.
Cosa dice la Parola di oggi a noi? Essa deve poter essere applicata alla nostra vita concreta, alle nostre comunità!
- Allora siamo noi Betlemme, piccolissima realtà, scelta da Dio per farvi USCIRE (e non solo per "contenere") il Salvatore atteso, il Pastore che dona la Pace.
- Siamo noi ad essere stati santificati una volta per sempre per mezzo dell'offerta fatta da Gesù Cristo. Cosa significa? Che non ci sono più colpe imperdonabili, catene irresistibili: abbiamo strumenti e forza per realizzare la nostra umanità, a noi utilizzarli!
- Siamo noi, come Maria, invitati ad alzarci, incontrare, condividere, aiutare...
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Protagonista di quest'ultima tappa di Avvento è Maria, la madre di Gesù che ci apre e ci prepara al mistero dell'incarnazione del figlio di Dio in mezzo a noi.
Cosa dice la Parola di oggi a noi? Essa deve poter essere applicata alla nostra vita concreta, alle nostre comunità!
- Allora siamo noi Betlemme, piccolissima realtà, scelta da Dio per farvi USCIRE (e non solo per "contenere") il Salvatore atteso, il Pastore che dona la Pace.
- Siamo noi ad essere stati santificati una volta per sempre per mezzo dell'offerta fatta da Gesù Cristo. Cosa significa? Che non ci sono più colpe imperdonabili, catene irresistibili: abbiamo strumenti e forza per realizzare la nostra umanità, a noi utilizzarli!
- Siamo noi, come Maria, invitati ad alzarci, incontrare, condividere, aiutare...
mercoledì 12 dicembre 2012
Luca 3, 10-18: III domenica di Avvento (C)
III domenica di
Avvento Anno C
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». (...).
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». (...).
Luciano Manicardi: http://www.monasterodibose.it/content/view/4780/1911/lang,it/
Mia (e, di seguito, di Ermes Ronchi):
Questa domenica, la III di Avvento, ritroviamo Giovanni Battista, l’annunciatore della venuta del Messia, colui che, più di ogni altro, ci invita a prepararci, attendere, convertirci.
Domenica scorsa lo abbiamo lasciato mentre ci esortava a preparare la strada alla venuta del Signore. Molti si sono battezzati da lui e ora, gli stessi (e noi con loro), chiedono:
“Ma adesso, praticamente, che cosa dobbiamo fare?”. La Parola di Dio ci offre almeno 3 preziose indicazioni:
1- RALLEGRATEVI!
giovedì 6 dicembre 2012
Luca 3, 1-6: II domenica di Avvento/C
II domenica di Avvento (Anno C)
(...) la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Vedi:
http://amicicric.blogspot.it/2012/12/verso-la-ii-domenica-di-avvento.html
Luciano Mancardi: http://www.monasterodibose.it/content/view/4771/1911/lang,it/
Enzo Bianchi: http://www.monasterodibose.it/content/view/3295/47/lang,it/
Ermes Ronchi: Luca dà inizio al racconto dell'attività pubblica di Gesù con una pagina solenne, quasi maestosa, un lungo elenco di re e sacerdoti, che improvvisamente subisce uno scarto, un dirottamento: un sassolino del deserto cade dentro l'ingranaggio collaudato della storia e ne muta il passo: la Parola di Dio venne su Giovanni nel deserto.
(...) la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Vedi:
http://amicicric.blogspot.it/2012/12/verso-la-ii-domenica-di-avvento.html
Luciano Mancardi: http://www.monasterodibose.it/content/view/4771/1911/lang,it/
Enzo Bianchi: http://www.monasterodibose.it/content/view/3295/47/lang,it/
Ermes Ronchi: Luca dà inizio al racconto dell'attività pubblica di Gesù con una pagina solenne, quasi maestosa, un lungo elenco di re e sacerdoti, che improvvisamente subisce uno scarto, un dirottamento: un sassolino del deserto cade dentro l'ingranaggio collaudato della storia e ne muta il passo: la Parola di Dio venne su Giovanni nel deserto.
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