giovedì 14 novembre 2013

Luca 21, 5-19: XXXIII Domenica Tempo ordinario – Anno C

visualizzaXXXIII Domenica Tempo ordinario – Anno C(...) «Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere» (...)

Il TEMPIO
Sapete cosa è rimasto del grandioso Tempio di Gerusalemme? Sono un MURO, detto del pianto. Ai tempi di Gesù il Tempio, dopo decenni di lavori, era da poco terminato ed era nel suo massimo splendore. Tanti rimanevano, come turisti, ad ammirarlo.
Gesù profetizza la fine del Tempio: quello materiale (nel 70 d.C.), ma anche quello spirituale: con Gesù è il suo CORPO, la Chiesa, il nuovo tempio dove Dio si rende presente. E’ là dove due o più sono uniti nel suo nome e celebrano il nuovo e unico sacrificio gradito a Dio.

QUANDO? (“A che ora è la fine del mondo?”)
E’ sottointeso anche il discorso sulla FINE DEL MONDO. Gesù ci dice che essa avverrà, ma non come DISTRUZIONE di ogni cosa, bensì come INIZIO di un mondo nuovo (S.Agostino: “Non è il mondo che sta morendo, ma un nuovo mondo che sta nascendo”). Il mondo così come noi lo conosciamo (come, ovviamente, la nostra vita terrena) è destinato a finire.
Ciò che sta a cuore a Gesù è però:
-          di non lasciarsi ingannare;
-          di non lasciarsi prendere dal terrore;
-          di assicurarci il suo sostegno e la protezione di Dio Padre.
“Nessuno vi inganni”: molti sono venuti e verranno annunciando la fine del mondo (anche all’interno della Chiesa), faranno leva su EVENTI CATASTROFICI che mai sono mancati e, purtroppo, mai mancheranno:
-          guerre, terremoti, carestie e pestilenze;
-          soprattutto il fatto che vi perseguiteranno.


Le PERSECUZIONI
Le persecuzioni dei cristiani non appartengono solo ai primi secoli della vita della Chiesa, ma sono presenti in ogni epoca. Il XX secolo, con le grandi ideologie e le guerre mondiali, è stato definito il secolo dei martiri e c’è chi calcola come ogni anno, anche quest’anno, sono migliaia i cristiani uccisi a causa della fede. Pensiamo ad esempio ai continui attacchi che vengono compiuti ai danni di cristiani inermi in Pakistan, in Iraq, in molti paesi del Centro Africa.
Ancora una volta ciò che sta a cuore a Gesù non è mettere l’accento sulle sofferenze che dovranno subire i suoi discepoli, quanto il fatto che:
-          ciò vi renderà TESTIMONI (= martiri);
-          “io vi darò parola e sapienza” (= non vi abbandonerò).
E rincara: sarete traditi dai vostri stessi familiari, “ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (= Dio è nostro custode, ha a cuore anche ciò che è più insignificante di noi, non lascerà che siamo perduti, ma ci custodirà sempre).

La PERSEVERANZA
Ciò che sta a cuore a Gesù è che, di fronte a tutte queste minacce, i suoi discepoli abbiano perseveranza (con essa “salverete la vostra vita”), non demordano, non perdano la speranza, non si arrendano (nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo).
Dobbiamo essere come contadini che non si lasciano abbattere da intemperie e disastri, ma che si rimettono subito all’opera per seminare, piantare, attendere, perseverare vegliano su ogni germoglio di vita che nasce.
La nostra storia (e la storia umana in generale) è guidata da Dio. E’ lui, con il nostro consenso e aiuto, che la porta a compimento, a realizzazione.

(1L): Ci sarà il giorno del GIUDIZIO DI DIO, ma sarà terribile per i superbi, per coloro che commettono ingiustizia: verranno bruciati, eliminati coma da un fuoco (perché sono morti anche interiormente), ma per coloro che hanno timor di Dio, quel giorno sarà come il sorgere di un sole che porta giustizia e raggi benefici.

(2L): Oggi dobbiamo IMPEGNARCI, offrire il nostro contributo, dare il nostro meglio, perseverare contro ogni tentazione di rimanere oziosi, sfruttatori, con una vita disordinata, in continua agitazione.
“Guadagnatevi il vostro fabbisogno lavorando con tranquillità”: è questa la perseveranza di chi non si arrende e lo fa andando avanti, tra mille difficoltà, continuando a credere nell’amore, l’unico capace di trionfare. Perché “tutto passa, solo l’amore resta”.

Ermes Ronchi:
Con il suo linguaggio apocalittico il brano non racconta la fine del mondo, ma il significato, il mistero del mondo. Vangelo dell'oggi ma anche del domani, del domani che si prepara nell'oggi.
Se lo leggiamo attentamente notiamo che ad ogni descrizione di dolore, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l'orizzonte, la breccia della speranza: non è la fine, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.
Al di là di profeti ingannatori, anche se l'odio sarà dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; ribadita da Matteo 10,30: i vostri capelli sono tutti contati, non abbiate paura. Nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento. 

Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva. In questa lotta contro il male, contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. La vita – l'umano in noi e negli altri – si salva con la perseveranza. Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime.Scegliendo sempre l'umano contro il disumano (Turoldo).
Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo. Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio. Perché il mondo quale lo conosciamo, col suo ordine fondato sulla forza e sulla violenza, già comincia a essere rovesciato dalle sue stesse logiche. La violenza si autodistruggerà (M. Marcolini).
Il Vangelo si chiude con un'ultima riga profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.
In piedi, a testa alta, liberi: così vede i discepoli il vangelo. Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita. 
Sulla terra intera e sul piccolo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione. Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce.
(Letture: Malachia 3, 19-20; Salmo 97; 2 Tessalonicesi 3, 7-12; Luca 21, 5-19)

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