Maria, madre di Dio A
Io:
- Sono tanti i motivi per cui siamo qui a solennizzare questo giorno speciale: vogliamo fare festa e affidarci all’intercessione di MARIA riconosciuta come Madre di Dio e dunque madre nostra; vogliamo INIZIARE il nuovo anno con la benedizione di Dio perché ci sia accanto come guida e sostegno; vogliamo chiudere l’OTTAVARIO di Natale, cioè gli otto giorni solenni in cui la Chiesa ci invita a focalizzare il nostro sguardo su Gesù che si è fatto uomo in mezzo a noi e vogliamo implorare la PACE in questa giornata mondiale della Pace.
- Sono dunque tanti e tutti importanti i motivi per cui siamo qui riuniti come una sola famiglia e dispiace vivere questo giorno solenne senza tanti nostri fratelli e sorelle che sono forse troppo intronati dalla festa della notte scorsa.
- Questa notte abbiamo salutato il vecchio anno e scambiato gli auguri per quello che inizia. E quale AUGURIO migliore di quello di richiedere e ricevere la BENEDIZIONE del Signore?
- Così la 1L ci presenta Mosè che indica ai sacerdoti la formula di benedizione del popolo scelto e amato da Dio: “Ti benedica il Signore e ti custodisca…”.
- La benedizione ha come conclusione e come vetta la PACE donata dal Signore. La PACE che non è solo ASSENZA di contese e litigi, ma PRESENZA di Dio che dona la PACE , la SHALOM , cioè la comunione, la felicità, il sentirsi amati e capaci di amare.
- Questa PACE che è dono di Dio ha assunto per noi un volto, una concretezza in GESU’ Cristo, Figlio di Dio nato da una donna, nato nella pienezza dei tempi.
- E’ lui la massima BENEDIZIONE di Dio che, per realizzare quella promessa di protezione e di pace invia il FIGLIO stesso.
- Egli è vero uomo, perché nato da donna, come testimoniano i pastori, i poveri prescelti da Dio come testimoni e come annunciatori, ma anche vero Dio, perché generato attraverso il seme divino, per opera dello Spirito Santo che trova in Maria il grembo accogliente, una persona capace concretamente di far spazio a Dio, tanto da offrirgli il suo stesso corpo, lasciando che questa presenza CUSTODITA MEDITANDOLA nel suo cuore rivoluzionasse la sua vita, lei semplice ragazzina destinata ad una vita semplice in un paese sconosciuto.
- MARIA è dunque l’anello di congiunzione che permette a Dio (che tutto può, ma nulla fa senza la nostra collaborazione) di abitare e trasformare il nostro mondo, di far conoscere il suo volto, un volto di comunione, di amore e di renderci pienamente parte della sua divinità in quanto EREDI di Dio.
- “E che voi siete figli di Dio- scrive ancora S.Paolo- lo prova il fatto che Dio mandò nei vostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà”, cioè Papà: ci permette di riconoscere Dio come Padre e Maria come Madre.
- Sono IMMAGINI che cercano di mostrare la NATURA di Dio attraverso un ruolo che sperimentiamo come ruolo di donazione e di amore gratuito, immagini che ci ricordano come TUTTI noi siamo parte della stessa FAMIGLIA: abbiamo lo stesso Padre e la stessa Madre e dunque siamo tra noi FRATELLI e SORELLE.
- Quale dimensione migliore per parlare e per agire in favore della PACE? Come possono esserci dei NEMICI, dei concorrenti se siamo tutti parenti stretti?
- E’ ovvio che è una realtà che và realizzata secondo il principio del GIA’, MA NON ANCORA (o dell’invocazione più volte sottolineata di DIVENTARE CIO’ CHE SIAMO).
- Cosa possiamo fare noi? Più volte ho verificato come il male sia contagioso: parte dalla contesa di due o più persone, dalla gelosia, dall’invidia…e si trasforma in gesti e parole che scatenano la nostra opposizione di fronte a quelle persone. Quel male si moltiplica, si propaga, si amplia come una valanga. Così, anche se in modo meno evidente, anche il bene è contagioso: sentirsi amati ci spinge ad amare a nostra volta e non solo la persona che ci ama, ma anche tutte quelle con cui veniamo in contatto. Si diventa positivi, ottimisti, sorridenti: si comunica gioia di vita che contagia e spinge anche coloro che vengono a contatto con noi a fare ugualmente.
- Questo per dire come la PACE abbia bisogno del nostro contributo. Il male assoluto in cui il mondo sembrava avvolto ha trovato una risposta potente in Gesù Cristo che ha amato senza riserve, fino a dare la sua stessa vita anche per coloro che l’hanno messo a morte. Al male ha risposto con il bene e ha dato vita ad una storia segnata, ma non più dominata dal male. Una storia abitata da Dio che continua ad amarci e a darci motivo per fare come lui: rispondere al male con il bene, col perdono piuttosto che con la vendetta.
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don Tonino Bello
• Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L'importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell'onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita. Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest'anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell'impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera. Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte, e illuminato di stelle. E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, strariperà la speranza.
A. Maggi:
Pastori: quelli che la religione considera i più lontani da Dio, in realtà per Gesù, per il vangelo, sono i più vicini a Dio. I pastori erano considerati una categoria di gente lontana da Dio perché viveva in uno stato continuo di impurità, di furti. Erano selvatici come le bestie che accudivano. Quindi i pastori erano nella lista degli individui che il messia, alla sua venuta, avrebbe dovuto eliminare in quanto peccatori.
Ebbene quando Dio si incontra con i peccatori smentisce quello che la religione ha insegnato. Non li rimprovera, non li punisce, non li incenerisce nel fuoco della sua ira, ma li avvolge del suo amore. Infatti i pastori vengono avvolti dalla luce del Signore.
Quindi loro annunciano questo: per essi è nato un salvatore, colui che li viene a salvare. C’è qualcosa di nuovo, qualcosa di inaudito in quello che viene detto. E’ lo scandalo della misericordia che sarà il filo conduttore di tutto il vangelo di Luca.
Gesù con la sua misericordia scandalizzerà tutti quanti, specialmente le persone pie, quelle che pensano che l’amore di Dio vada meritato e non hanno sperimentato come i pastori l’amore come regalo anziché come premio.
Maria: anche se tutti si stupiscono di questa novità c’è Maria, la madre di Gesù, che “da parte sua custodiva tutte queste cose”, non meditandole come qui è stato tradotto, ma il verbo significa “esaminare, interpretare, cercare il vero senso”. Quindi anche Maria è stupita, è sconcertata di fronte a questa novità, ma lei non la rifiuta.
Cerca di capire il vero senso. E’ questo atteggiamento di Maria che non si chiude al nuovo, anzi si apre e cerca di capirlo, che la porterà da madre di Gesù a diventarne poi la discepola (lei, madre del suo creatore).
“I pastori si se ne tornarono glorificando e lodando Dio”. L’amore rende intimi al Signore. E’ cambiata l’immagine di Dio, è cambiata la situazione dei pastori. Non c’è nessuna persona al mondo che, per la sua condizione, si possa sentire esclusa o emarginata dall’amore di Dio.
Quindi i pastori se ne tornano lodando e glorificando Dio esattamente come gli esseri più vicini a Dio.
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