II Domenica di Quaresima Anno C
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme (...) Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!» (...).
Ermes Ronchi:
· La trasfigurazione è la festa del volto bello di Cristo. Il volto è la grafia dell'anima, la scrittura del cuore: Dio ha un cuore di luce. Il volto di Gesù è il volto alto dell'uomo. Noi tutti siamo come un'icona incompiuta, dipinta però su di un fondo d'oro, luminoso e prezioso che è il nostro essere creati a immagine e somiglianza di Dio. L'intera vita altro non è che la gioia e la fatica di liberare tutta la luce e la bellezza che Dio ha deposto in noi: «il divino traspare dal fondo di ogni essere» (Teilhard de Chardin).
· Il volto del Tabor trasmette bellezza: è bello stare qui, altrove siamo sempre di passaggio, qui possiamo sostare, come fossimo finalmente a casa. È bello stare qui, su questa terra che è gravida di luce, dentro questa umanità che si va trasfigurando. È bello essere uomini: voi siete luce non colpa, siete di Dio non della tenebra.
· La Trasfigurazione inizia già in questa vita (conosciamo tutti delle persone luminose, volti di anziani bellissimi, nelle cui rughe si è come impigliato un sole) e il Vangelo indica alcune strade:
- la prima strada è la preghiera (e mentre pregava il suo volto cambiò di aspetto) che rende più limpido il volto, ti rende più te stesso, perché ti mette in contatto con quella parte di divino che compone la tua identità umana;
- è necessario poi conquistare lo sguardo di Gesù che in Simone vede la roccia, nella donna dei 7 demoni vede la discepola, in Zaccheo vede il generoso...; allenare cioè gli occhi a vedere la luce delle cose e delle persone, non le ombre o il negativo. Se ti guardo cercando le tue ombre, io già ti condanno. Io devo confermare l'altro che ha luce in sé, allora lui camminerà avanti;
- terza strada è nel verbo che è il vertice conclusivo del racconto: ascoltatelo. Chi ascolta Gesù, diventa come lui. Ascoltarlo significa essere trasformati.
· Il salmo 66 augura: Il Signore ti benedica con la luce del suo volto. La benedizione di Dio non é ricchezza, salute o fortuna, ma semplicemente la luce: luce interiore, luce per camminare e scegliere, luce da gustare. Dio ti benedice ponendoti accanto persone dal volto e dal cuore di luce, che hanno il coraggio di essere ingenuamente luminosi nello sguardo, nel giudizio, nel sorriso. Dio benedice con persone cui poter dire, come Pietro sul monte: è bello essere con te! Mi basta questo per sapere che Dio c'è, che Dio è luce. E il tuo cuore ti dirà che tu sei fatto per la luce.
Io:
- Dal deserto alla montagna, dalle tentazioni alla trasfigurazione, dall’esperienza del diavolo all’esperienza di Dio… Dagli abissi della nostra umanità (dove la tentazione è vinta con la FEDE, con l’ancorarsi alla volontà di Dio) alle alte vette della montagna dove poter guardare con SPERANZA in alto e in avanti.
- Nella II tappa del cammino quaresimale Gesù ci porta con lui (così come ha fatto con Pietro, Giovanni e Giacomo) in montagna PER PREGARE. E’ una costante dell’evangelista Luca quella di presentarci Gesù in preghiera, in comunione piena e continua con il Padre. Probabilmente questa volta ha passato la nottata in preghiera e i suoi discepoli si sono addormentati, OPPRESSI dal sonno.
- Al RISVEGLIO si trovano in mezzo ad uno spettacolo che li turba e, insieme, li affascina: vedono il VOLTO di Gesù luminosissimo e, accanto a lui, due personaggi famosi vissuti secoli prima di loro: MOSE’ ed ELIA che conversano con lui del suo ESODO.
- Stanno ancora SOGNANDO? Ma è possibile fare tutti lo stesso sogno? Si saranno suggestionati a vicenda? Non lo sappiamo e il dubbio forse permane anche in loro, tanto che non hanno il coraggio di parlarne neanche con i loro compagni. Quando lo faranno cercheranno di spiegare il significato di quanto hanno vissuto:
- Gesù ha mostrato, nella preghiera, la sua vera identità di Figlio di Dio. E’ stata quasi una conferma, lungo il cammino che lo conduce a Gerusalemme, verso la Passione e Morte, del suo destino di Resurrezione (da notare che questo episodio avviene 8 giorni dopo la confessione di Pietro che riconosce in Gesù il Messia e il diverbio tra loro per l’annuncio della Passione e Morte che dovrà presto subire). Si TRASFIGURA, non TRASFORMA (cambia figura, non forma): il VOLTO è, con gli occhi, lo specchio dell’anima: mostra quello che stiamo vivendo, il nostro “stato d’animo”. Chi è felice ha un volto luminoso, chi è triste ha un volto scuro, ombroso. Chi fa esperienza di Dio (pensiamo sempre a Mosè dopo l’incontro con Dio sul monte Sion:
- Gesù è apparso loro come il CULMINE, l’apice di tutta la Scrittura: è come se la LEGGE, rappresentata da Mosè, e i PROFETI, rappresentati da Elia, volessero preparare il popolo ad accogliere e comprendere il suo ESODO, cioè il suo PASSAGGIO dalla vita umana per entrare (e farci entrare) nella vita eterna, nella vita divina.
- I discepoli si rendono conto che sono di fronte ad una esperienza di Dio (teofania): ne hanno timore e insieme ne sono affascinati. Cercano quasi di fissare, DELIMITARE questa presenza, di contenerla in 3 tende o capanne. Ma è Dio stesso ad avvolgerli con la sua NUBE e ad indicargli cosa devono fare: ASCOLTATELO! Che significa: SEGUITELO, dategli ascolto, cioè fidatevi di lui: sono io stesso a confermarlo. Sono io che lo sto guidando in questo cammino che lo porterà presto a dare la vita a Gerusalemme. E’ lì che dovete seguirlo senza scoraggiarvi di fronte all’apparente fallimento che vi sembrerà di vivere.
- E NOI? Quali indicazioni possiamo trarre da questo racconto e dalle altre letture ascoltate?
1. “Guarda il cielo”: sappi guardare in alto, cioè abbi SPERANZA, guarda al futuro credendo che Dio lo guida e trasforma il tuo mondo e questo mondo, realizza la sua promessa di bene.
2. Con la Trasfigurazione abbiamo un ANTICIPO del nostro DESTINO: anche noi saremo trasfigurati, vivremo nella luce piena, in comunione con le persone che ci hanno anticipato. E’ un motivo in più per fondare la nostra speranza, per affrontare anche la CROCE, sapendo che è solo una tappa provvisoria del nostro cammino. La meta è un’altra, e vale la pena faticare oggi per raggiungerla.
3. Cresciamo nella PREGHIERA: nella consapevolezza che è uno STRUMENTO potentissimo per imparare ad affidarci a Dio, per metterci nelle sue mani, per condividere la sua forza, energia vitale, il suo amore contagioso. Di fronte alla preghiera siamo spesso come bambini: incapaci di viverla a fondo, impazienti, scostanti. Dobbiamo ALLENARCI a viverla! La preghiera rende più limpido il volto, ti rende più te stesso, perché ti mette in contatto con quella parte di divino che compone la tua identità umana.
4. Superiamo l’aspetto esteriore, superficiale delle persone. Impariamo a guardare dentro, in modo INTE-LLIGENTE (da inte-ligo: leggere dentro) oltre le maschere che ci portiamo e che spesso nascondono e sfigurano la nostra vera identità di figli di Dio, di uomini creati a sua immagine. Gesù è riuscito a vedere in Pietro la roccia, nella donna indemoniata la discepola fedele, in Zaccheo, ladro esattore delle tasse, il generoso uomo che desidera cambiare vita… Non fermiamoci alle ombre, al NEGATIVO, ma cogliamo e incoraggiamo l’altro nel positivo che ha dentro.
5. ASCOLTATELO! E’ il vertice di tutto il racconto e il vertice della nostra fede: imparare ad ascoltarlo, seguirlo, imitarlo. Imparare così ad essere CITTADINI DEI CIELI, persone limpide, luminose, sorridenti, positive, entusiaste, appassionate, felici.
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